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PREZZI ENILIVE – QUALE E’ LA COLPA DELLA FIGISC ?

COMUNICATO FIGISC SU ADEGUAMENTO PREZZI ENI

FIGISC ha annunciato il 18 marzo di avere presentato una proposta ad ENILIVE sulla nota questione dell’adeguamento prezzi, in conseguenza della comunicazione aziendale del 6 marzo che preavvisa la decisione di “sospendere, a far data dal 17 marzo 2025, la richiesta di adeguamento immediato (all’atto dell’apertura alle vendite dell’impianto e comunque entro le ore 8 del giorno in cui avrà decorrenza la variazione di listino) del rispetto del prezzo massimo conseguente alla variazione del prezzo consigliato, con conseguente cessazione del rimborso previsto dal citato accordo integrativo (del 23.02.2023)”.

Dall’annuncio di FIGISC si stanno diffondendo alla categoria informazioni strumentalmente distorte e polemiche volte a delegittimarne anzitutto l’iniziativa, ma persino il diritto di tale organizzazione di avanzare proposte.

Rispetto ad un tanto – al di là di affermare che FIGISC non ritiene di assoggettarsi alla cultura ed alla pratica del “pensiero unico” -, si ritiene giusto ribadire cosa FIGISC ha proposto ad ENILIVE, la quale si è dichiarata favorevole (e forse proprio questa viene ritenuta la “colpa”), nonché disponibile a sottoscrivere una integrazione di accordo in tal senso, da mettersi in atto sollecitamente previa estensione della proposta anche alle altre organizzazioni di categoria per la loro valutazione.

I fatti sono che ENILIVE è ritornata (“É bene subito chiarire che si tratta di una decisione legittima, esplicitamente prevista dagli Accordi vigenti”, non siamo solo noi a dirlo!) al regime dei famosi “tre giorni per adeguare il prezzo in caso di sua diminuzione, ossia alle condizioni previste dall’accordo del 07.07.2021: un accordo formulato e sottoscritto anche da chi oggi, a distanza di cinque anni, considera quella clausola “una forzatura.

Tale regime, non è cosa nuova, ha le sue belle criticità: una tempistica stretta, in cui è difficile per tanti gestori della rete, a causa di drop elevati per le consegne, smaltire le giacenze senza perderci, in misura più o meno ampia a seconda dei litri che si hanno in pancia, quando i prezzi calano.

Rispetto a queste criticità, quale sarebbe la “colpa” di FIGISC?

Quella di avere proposto che il gestore possa liberamente scegliere, in funzione della sua specifica situazione.

Scegliere liberamente se adeguare i prezzi in diminuzione entro il termine di tre giorni (come l’accordo sottoscritto da tutte le sigle con ENILIVE prevede quale unica prescrizione)

oppure

scegliere di adeguarli subito e quindi richiedere il rimborso per le giacenze all’azienda quando le variazioni in meno del prezzo sono superiori alle variazioni in più (trattenendo il suo in caso di saldo positivo), con una periodicità di quattro mesi.

Un ulteriore dettaglio della proposta è quella che l’AZIENDA FORNISCA UNA COPERTURA ECONOMICA PER NON INTACCARE IL MARGINE PER IL PERIODO (nell’arco dei 4 mesi) IN CUI PUÒ ACCADERE DI ATTIVARE LA RICHIESTA DI RIMBORSO (a titolo di cronaca, dal 2022 ad oggi, la media delle variazioni “normali” dei prezzi – ossia senza considerare variazioni dovute a modifiche di accisa come nel 2022 e ad inizio 2023 – sono pari a 1,5 centesimi tanto in aumento che in calo, ossia si equivalgono).

Certo vi è da discutere, e chissà per quanto, di drop, di giorni di smaltimento, di competitività dei prezzi del marchio, ma, intanto, bisogna cercare di trovare una soluzione ad un problema immediato.

È esattamente per questo tentativo che siamo diventati bersaglio di attacchi polemici?