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REPORT – PREZZI MIMIT ITALIA: COME SI DISTRIBUISCONO I VALORI DEI PREZZI NELLA RETE

Come al solito, anche recentemente è accaduto che l’aumento dei prezzi dei carburanti (determinato dal mercato internazionale del greggio e dei prodotti raffinati, nonché dal tasso di cambio euro/dollaro) sia stato trasferito nell’opinione pubblica, sulla base di un numero limitato di prezzi particolarmente elevati, in misura generalizzata e tale da indurre a ritenere che i picchi di prezzo corrispondessero tout court al prezzo reperibile sulla rete.

Il presente reportbasato sull’analisi campionaria di una settimana (16-22.01.2025) su TUTTI i prezzi registrati dall’Osservatorio del Ministero e giornalmente pubblicati dal MIMIT – ha la finalità di confutare la disinformazione della “generalizzazione del prezzo alto”, fornendo nel contempo una informazione su come i prezzi si distribuiscono in valore nel contesto della rete.

Si cerca, pertanto, di rispondere ad una serie di domande e curiosità – di cui qualche esempio di seguito – in maniera analitica:

  • quanti prezzi può trovare il consumatore sulla rete distributiva?
  • quanti di questi prezzi sono diversi tra loro e quanti si replicano poche o tante volte nell’offerta della rete?
  • quanti di questi prezzi sono particolarmente alti o particolarmente bassi e quanti si dispongono attorno a una specie di “media”?

quanti prezzi può trovare il consumatore sulla rete distributiva?

Il numero dei prezzi registrati dal 16 al 22 gennaio 2025 è il seguente:

  • benzina servito con n. 99.558 prezzi;
  • benzina self con n. 140.768 prezzi;
  • gasolio servito con n. 99.136 prezzi;
  • gasolio self con n. 139.753 prezzi,

per un totale di n. 479.215 prezzi.

quanti di questi prezzi sono diversi tra loro e quanti si replicano poche o tante volte nell’offerta della rete?

Premesso che vi sono tanti prezzi quanti sono i punti vendita che li hanno comunicati all’Osservatorio, i prezzi sono dunque moltissimi, ma molti di meno sono i PREZZI DIVERSI TRA LORO, anche se ciascuno di essi può verificarsi una volta sola o replicarsi molte volte, anche fino a migliaia di volte in tutta la rete distributiva.

Se mettiamo in fila tutti i prezzi possibili, differenziandoli di un intervallo di 0,001 €/lt tra loro, tra il più alto ed il più basso registrato, si ottengono i seguenti Grafici a seconda del prodotto (abbiamo considerato benzina e gasolio) e della modalità di vendita (self o servito), che evidenziano QUANTE VOLTE UNO STESSO PREZZO SI REPLICA:

I prezzi diversi tra loro nella modalità servito sono solo 610 su 99.558 (lo 0,61 % di tutti i prezzi) per la benzina e 620 su 99.136 (lo 0,63 %) per il gasolio, e nella modalità self sono ancora meno: solo 357 su 140.768 (lo 0,25 %) per la benzina e 383 su 139.753 (lo 0,27 %) per il gasolio.

Ma, come già annunciato, ognuno di questi prezzi può comparire sulla rete o una volta sola (ma questi ultimi sono eccezioni rare: in media non più di 20 prezzi circa) o più volte: i picchi di frequenza (ossia i prezzi che si replicano il numero di volte più alto) arrivano quasi a 3.900 volte per il servito e fino a oltre 14.000 volte per il self. O, se vogliamo dirla diversamente, in servito c’è un prezzo diverso ogni 160-163 punti vendita, mentre in self c’è un prezzo diverso ogni 365-394 punti vendita (i valori si riferiscono rispettivamente il primo al gasolio e il secondo alla benzina).

quanti di questi prezzi sono particolarmente alti o particolarmente bassi e quanti si dispongono attorno a una specie di “media?

Dipende da quale “soglia” si adotta!

Gli allarmi mediatici scattano quando si parla di soglie “sensibili” in valore: “più di due euro al litro”, ad esempio.

Nel report invece si sono considerati non i valori assoluti, bensì gli scostamenti in alto o in basso rispetto alla media dei prezzi.

Il numero dei prezzi che si discosta di oltre 0,250 €/lt sopra la media si pone tra lo 0,22 e lo 0,25 % di tutti i prezzi per il self e tra il 2,01 ed il 2,10 % per il servito. Tale dato sale tra lo 0,62 e lo 0,84 % per il self e tra l’8,31 e l’8,95 % per il servito se la soglia viene abbassata ai prezzi che si scostano oltre 0,150 €/lt sopra la media.

Corrispettivamente, il numero dei prezzi che si discosta di oltre 0,250 €/lt sotto la media si pone tra lo 0,05 e lo 0,06 % di tutti i prezzi per il self e tra lo 0,26 e lo 0,27 % per il servito. Tale dato sale tra allo 0,13 % per il self e tra il 14,64 e il 14,70 % per il servito se la soglia viene abbassata ai prezzi che si scostano oltre 0,150 €/lt sotto la media.

Paradossalmente, nel servito la quota percentuale dei prezzi “bassi” rispetto a quelli “alti” (secondo le soglie stabilite nel report) è più alta dal 61 al 76 %!

Se si vuole parlare di “medie, invece, si calcola che la quota dei prezzi rispetto alla media si evidenzia come segue:

  • benzina servito: prezzi sopra media 54,19 %, prezzi eguali alla media 0,04 %, prezzi sotto la media 45,77 %
  • benzina self: prezzi sopra media 51,94 %, prezzi eguali alla media 0,27 %, prezzi sotto la media 47,79 %
  • gasolio servito: prezzi sopra media 54,36 %, prezzi eguali alla media 0,05 %, prezzi sotto la media 45,59 %
  • gasolio self: prezzi sopra media 49,12 %, prezzi eguali alla media 0,23 %, prezzi sotto la media 50,65 %.

Ma va precisato che i termini “sopra” o “sotto” media, significano che anche solo 0,001 €/lt di differenza sul valore della media comportano che il prezzo viene collocato nell’una o nell’altra classificazione!

Ciò che invece appare significativo è quanto accade rispetto a quello che possiamo definire “addensamento delle frequenze”, ossia il numero dei prezzi (replicati decine, centinaia e migliaia di volte) attorno alla media del prezzo:

  • i prezzi in servito tendono ad addensarsi attorno a due picchi che si pongono attorno a valori sopra la media per un picco e sotto la media per il secondo picco, mentre in self tendono ad addensarsi attorno ad un picco prossimo alla media, come di seguito espresso in dettaglio
  • per la benzina in servito, i limiti dell’addensamento del primo picco sono, sia in inizio che fine, relativi a prezzi che si collocano SOPRA LA MEDIA (tra 2,149 e 1,969 €/lt) in valore dei prezzi (pari a 1,965 €/lt), con un picco a 2,069 e 3.753 frequenze (prezzi uguali), mentre i limiti dell’addensamento del secondo picco si pongono SOTTO LA MEDIA (tra 1,959 e 1,759 €/lt) in valore dei prezzi (pari a 1,965 €/lt), con un picco a 1,799 e 3.895 frequenze; attorno ai due picchi si addensa un numero di prezzi pari a 92.862, ossia il 93,27 % del totale di 99.558 prezzi complessivi
  • per il gasolio in servito, i limiti dell’addensamento del primo picco sono, sia in inizio che fine, relativi a prezzi che si collocano quasi tutti SOPRA MEDIA (tra 2,089 e 1,869 €/lt) in valore dei prezzi (pari a 1,875 €/lt), con un picco a 1,939 e 3.512 frequenze (prezzi uguali), mentre i limiti dell’addensamento del secondo picco si pongono SOTTO LA MEDIA (tra 1,839 e 1,659 €/lt) in valore dei prezzi (pari a 1,875 €/lt), con un picco a 1,799 e 3.895 frequenze; attorno ai due picchi si addensa un numero di prezzi pari a 99.086, ossia il 99,95 % del totale di 99.136 prezzi complessivi
  • per la benzina in self, i limiti dell’addensamento dell’unico picco sono, sia in inizio che fine, relativi a prezzi che si collocano A CAVALLO DELLA MEDIA (tra 1,899 e 1,799 €/lt) in valore dei prezzi (pari a 1,828 €/lt); attorno al picco si addensa un numero di prezzi pari a 134.110, ossia il 95,27 % del totale di 140.768 prezzi complessivi
  • per il gasolio in self, i limiti dell’addensamento dell’unico picco sono, sia in inizio che fine, relativi a prezzi che si collocano A CAVALLO DELLA MEDIA (tra 1,809 e 1,659 €/lt, ma con prevalenza netta SOTTO LA MEDIA) in valore dei prezzi (pari a 1,738 €/lt); attorno al picco si addensa un numero di prezzi pari a 128.780, ossia il 92,15 % del totale di 139.753 prezzi complessivi.

L’analisi dei prezzi (che, anche se limitata ad un campione di sette giorni, riproduce gli stessi fenomeni osservati in report precedenti che sono stati sviluppati in periodi di contenzioso relativi all’applicazione dell’obbligo del famoso “cartello del prezzo medio”), sviluppata sia con la metodologia relativa alle frequenze dei prezzi che con quella dei cluster di prezzi e confermata dalle altre statistiche incluse nel presente report, dimostra che la distribuzione dei prezzi nella rete è piuttosto complessa, ma anche riconducibile a dinamiche chiare, e tutt’altro che assimilabili alle consuete polemiche che identificano il benchmark dei prezzi con le rarissime eccezioni, polemiche che ingenerano solo infondati allarmi e generalizzata disinformazione.

 

 

 

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