AUMENTANO I PREZZI, MA ACCADDE DI PEGGIO NEL 2022
Ogni volta che si parla di un aumento dei prezzi dei carburanti (e non se parla quando calano!) si mette in moto un meccanismo mediatico e politico di affanno, quasi si dovesse presupporre che IL PREZZO, GROSSO MODO, NON PUÒ CAMBIARE, circostanza, invece, che si verifica quasi con cadenza giornaliera in misura più o meno significativa. Il prezzo, come dovrebbe essere noto, cambia in dipendenza di molteplici macro e micro fattori di portata internazionale: tasso di cambio euro-dollaro, tensioni geopolitiche (è il caso delle sanzioni USA a Russia e Iran di questi giorni), tagli di produzione (è il caso Opec+ che vi ricorre per sostenere il prezzo quando questo discende troppo), situazioni di belligeranza o terrorismo, sentiments del mercato sull’andamento delle economie (in primis i grandi Paesi consumatori come Cina e India, o gli Stati Uniti), livello delle scorte strategiche, colli di bottiglia relativi alla raffinazione (sempre più dislocata fuori d’Europa per le note politiche green), disponibilità più limitate dei prodotti raffinati, incrementi di domanda dovuti a stagionalità (driver season in primavera-estate, temperature rigide in inverno, con conseguenti pressioni sull’offerta di gasolio riscaldamento), e, infine, persino uno sciopero prolungato in un impianto di estrazione o la foratura accidentale di una pipeline. Di tutte queste sollecitazioni vive il prezzo dei carburanti.
quanto sta succedendo in queste settimane é già accaduto in altri periodi temporali ed accade normalmente con escursioni di entità relativa, ma una eccezione singolare (aumenti molto rilevanti e per lunghi periodi) si è, ad esempio, manifestata nei mesi successivi all’inizio dell’invasione dell’Ucraina verso fine febbraio 2022.
In quella prolungata e pesantissima situazione di shock il governo ha dovuto attuare straordinari provvedimenti: si ricorda la riduzione dell’accisa di ben 0,305 €/litro (IVA compresa) protrattasi dal 22 marzo a fine anno, con un progressivo riallineamento nel novembre e nel dicembre 2022, fino al reintegro dell’accisa vigente prima delle riduzioni (al valore di quella attualmente in vigore).
Certo siamo lontanissimi da quel ciclo: la salita portò la quotazione dei raffinati fino a 1.441 $/tonn = 1,167 €/lt per il gasolio ed a 1.448 $/tonn = 1,033 €/lt per la benzina (ambedue i picchi registrati a cavallo tra la prima e la seconda decade di giugno), ed i prezzi alla pompa in quelle giornate raggiungevano per la benzina 1,840 €/lt in self e 1,990 in servito, per il gasolio, rispettivamente 2,006 e 2,147 €/lt, e senza il taglio delle accise i prezzi medi sarebbero stati di 2,145 e 2,295 per la benzina, a seconda della modalità di rifornimento, e 2,311 e 2,452 per il gasolio).
Per opportuna memoria (e per valutare in maniera equilibrata l’attuale contingenza dei prezzi), di seguito si pubblicano i grafici relativi al periodo temporale 01.01.2022 – 16.01.2025 (1.112 giornate consecutive, trentasei mesi e mezzo) che evidenziano le dinamiche delle quotazioni Brent del greggio, delle quotazioni Mediterraneo dei raffinati (benzina e gasolio), dei prezzi medi nazionali self e servito alla pompa dei due prodotti, della comparazione dell’andamento del prezzo alla pompa correlato alla quotazione Mediterraneo dei prodotti raffinati e, infine, del margine industriale lordo.
Come si può evidenziare a colpo d’occhio, tutti gli attuali valori sono non solo ben lontani da quei picchi, ma sono altresì inferiori alla media dell’intero periodo 01.01.2022-16.01.2025.
Ne diamo conto in dettaglio:
- il Brent il 16.01.2025 era quotato a 79,14 €/barile contro una media di 82,15 dal 01.01.2022 al 16.01.2025 (-3,02 €/barile);
- la quotazione del raffinato benzina sulla piazza Mediterraneo valeva il 16.01 0,560 €/lt e 0,625 quella del gasolio, contro una media nei 36 mesi e mezzo, rispettivamente di 0,628 e 0,700 (-0,068 e -0,075 €/lt);
- alla pompa Italia il prezzo medio nazionale MIMIT del 16.01 della benzina self era pari a 1,822 €/lt contro una media dall’inizio del 2022 di 1,837 (-0,015), per la benzina servito 1,958 contro la media di 1,977 (-0,019), per il gasolio self 1,727 contro una media di 1,780 (-0,53 €/lt), per il gasolio servito 1,865 €/lt contro una media di 1,922 (-0,057);
- il margine industriale lordo (prezzo alla pompa meno imposte e quotazione raffinato) del 16.01 della benzina self era pari a 0,205 €/lt contro una media dall’inizio del 2022 di 0,211 (-0,006), per la benzina servito 0,317 contro la media di 0,326 (-0,009), per il gasolio self 0,173 contro una media di 0,203 (-0,30 €/lt), per il gasolio servito 0,286 €/lt contro una media di 0,320 (-0,034).
Le dinamiche di confronto tra l’andamento delle quotazioni del raffinato e il prezzo industriale (ossia il prezzo alla pompa meno le imposte) presentano una altissima correlazione diretta, ossia sono tra esse coerenti a un livello molto elevato (per la benzina il valore di significatività è 0,9193, per il gasolio 0,9531, in una scala che va statisticamente da 0,000 a 1,000).
L’ANDAMENTO DELLA QUOTAZIONE DEL GREGGIO BRENT
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI MEDITERRANEO DEI PRODOTTI RAFFINATI BENZINA E GASOLIO
L’ANDAMENTO DEL PREZZO MEDIO NAZIONALE SELF E SERVITO DELLA BENZINA
L’ANDAMENTO DEL PREZZO MEDIO NAZIONALE SELF E SERVITO DEL GASOLIO
DINAMICHE COMPARATE DEL PREZZO SENZA IMPOSTE E DELLA QUOTAZIONE DEL RAFFINATO BENZINA
DINAMICHE COMPARATE DEL PREZZO SENZA IMPOSTE E DELLA QUOTAZIONE DEL RAFFINATO GASOLIO
L’ANDAMENTO DEL MARGINE INDUSTRIALE LORDO DELLA BENZINA
L’ANDAMENTO DEL MARGINE INDUSTRIALE LORDO DEL GASOLIO
Nell’affanno mediatico, come sempre accade (su tutti docet il gennaio 2023 dopo il riallineamento dell’accisa, ma la cosa si ripete ad ogni aumento), si formulano statistiche generalizzanti sulle eccezioni o su numeri marginali, operazione in cui si prende il prezzo più alto in assoluto e lo si vende come il prezzo ovunque praticato.
Il MASE lo ha già evidenziato nei giorni scorsi, ma ne diamo puntuale riscontro con quattro dati: nella media delle giornate 01.01-16.01.2025 i prezzi della benzina servito superiori a 2,400 €/lt erano 24,1 al giorno, pari allo 0,17 % di tutti gli impianti (in media 14.505), quelli della benzina self superiori a 2,300 €/lt erano 6,1 al giorno, pari allo 0,03 % di tutti gli impianti (in media 20.111), i prezzi del gasolio servito superiori a 2,300 €/lt erano 34,1 al giorno, pari allo 0,24 % di tutti gli impianti (in media 14.161), quelli del gasolio self superiori a 2,200 €/lt erano 10,1 al giorno, pari allo 0,05 % di tutti gli impianti (in media 19.969).
Quindi, i prezzi massimi non sono affatto la media, ma solo una quota quasi nulla di quel che si trova sulla rete; e quanto alla media, in tutto il 2024 (oltre 25 milioni di prezzi processati dal MIMIT), si è osservato che i prezzi del self che stanno sopra la media nazionale (di quasi nulla fino a molto) sono stati mediamente il 47,65 % per la benzina e il 43,92 % per i gasolio, quelli che stanno sotto, rispettivamente, il 51,62 % e il 55,29 %; per i prezzi del servito si è calcolato che quelli che stanno sopra la media nazionale (di quasi nulla fino a molto) sono stati mediamente il 54,16 % per la benzina e il 54,55 % per i gasolio, mentre quelli che stanno sotto, rispettivamente, il 45,69 % e il 45,30 % (le quote che mancano, in tutti i quattro i casi, per arrivare al 100 % sono costituite dai pochi prezzi esattamente coincidenti con la media).
Certo che costa fatica sviluppare questi conteggi, ma prima di lanciare siluri mediatici che ottengono solo il risultato di allarmare, disinformare, generare polemiche anche dentro le Istituzioni, il dovere è almeno quello di non confondere la verità con il falso e di scambiare la statistica con i fuochi pirotecnici.