FIGISC – Smartphone

ANISA: TERZI RICONFERMATO PRESIDENTE; ANNUNCIATO LO SCIOPERO

Assemblea elettiva riconferma gran parte degli organi sociali. Dal decreto MIT-MASE al DDL sui contratti, gravissimi effetti sulla categoria. Conferito mandato alla presidenza per attivare da metà settembre azioni di chiusura degli impianti.

L’assemblea dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti delle AdS autostradali di ANISA CONFCOMMERCIO ha avuto luogo giovedì 11 u.s., provvedendo a vari adempimenti, tra cui l’approvazione del bilancio 2023, il rinnovo degli organi sociali per il quinquennio 2024-2029 e l’adeguamento dello Statuto.

L’assemblea ha approvato all’unanimità la riconferma quasi integrale degli Organi Sociali già votati nella precedente assemblea elettiva del 01.07.2019, che pertanto sono così composti:

Presidente: Massimo Loreo TERZI

Comitato di Presidenza: Stefano CANTARELLI, Francesco SQUERI, Massimo Loreo TERZI

Consiglio: Marco BARONI, Stefano CANTARELLI, Aristide CORAZZI, Mario FABBIANE, Clara FERRUA, Emanuele IEVA, Franco LIGUORI, Sofia LUPPI, Tiziano MICHELI, Adelio PAGANINI, Giuseppe PEDÀ, Sara PIETRALUNGA, Euro RUOCCO, Francesco SQUERI, Luca SQUERI, Massimo Loreo TERZI, Gabriele VARALLI, Alessandro ZAZZARONI

Collegio Probiviri: Paolo ARNOSTI, Fausto PIETRALUNGA, Carlo VENTURELLI

Dopo gli adempimenti statutari, l’assemblea ha approfondito l’analisi della crisi del comparto e delle vicende che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, dalla presentazione dei lineamenti del ddl di riforma del settore, con particolare attenzione al punto della contrattualistica, fino alla emanazione dell’ultimo decreto MIT-MASE di aggiornamento del Piano di ristrutturazione della rete autostradale.

Come noto, le vendite di benzine e gasolio sono crollate, dal 2001, del 75,68 %, con un 90 % di tale perdita maturata dal 2010 ad oggi (e ciò nonostante un aumento delle percorrenze veicoli-km del 21,18 % nello stesso lasso di tempo), gli erogati medi/AdS sono precipitati da 9,053 milioni di litri a 2,358 (-73,95 %, anche in questo caso maturato al 90 % negli ultimi 14 anni), con un palese riversamento di volumi sulla rete ordinaria (che perde vendite dal 2001 in misura 2,5 volte minore), per effetto della concorrenza dei prezzi e dell’assenza in rete ordinaria delle pesanti royalty che sfalsano il mercato autostradale.

In questo contesto, aggravato da una più che decennale assenza di contrattazione economica con le compagnie subconcessionarie, si inserisce l’emanazione del decreto MIT-MASE del 5 luglio che approva la revisione del Piano di ristrutturazione delle aree di servizio autostradali, dovuta a seguito del trascorso quinquennio dall’approvazione del precedente Decreto interministeriale n. 8394 del 7 agosto 2015.

Un tanto in clamoroso contrasto con le insistite sollecitazioni della filiera petrolifera (UNEM, Assopetroli e Associazioni dei Gestori) da oltre un anno a questa parte, a convocare un “tavolo” di concertazione sulla crisi del comparto e sulle misure più idonee per ridare competitività alla rete delle autostrade, e nonostante l’ART, Autorità Regolatoria dei Trasporti, abbia espresso già in via preventiva censure agli atti ministeriali, richiedendo “una radicale rimeditazione dello schema di decreto interministeriale”.

Nei documenti del nuovo decreto é sparito ogni riferimento alla figura del gestore finale e tutte le prescrizioni in materia di continuità gestionale (che era presente, invece, nella fase di produzione del decreto del 2015), e la razionalizzazione della rete è sostanzialmente rimessa alla discrezione (una volta di più) dei Concessionari, che si inserisce altresì in un atteggiamento delle compagnie petrolifere assolutamente sordo ad una protrazione della salvaguardia della continuità gestionale stessa.

Da un tanto emerge un quadro specifico della rete autostradale che toglie ogni prospettiva futura alla categoria.

L’assemblea ha preso in esame anche l’iter del ddl di riforma del settore, avviato dal Governo dopo una lunga fase di confronto interno alla filiera che si è incagliata proprio sul nodo focale della contrattualistica a fronte della pretesa (peraltro condotta “sul campo” per trasformare gli attuali contratti in essere o in scadenza) di affermare quale generale strumento di relazione economico-normativo tra gestori ed aziende il contratto di appalto (che comincia ad essere proposto anche sulla rete autostradale).

Dopo l’opposizione espressa da mesi in tutte le sedi dalle organizzazioni di categoria – ed in assenza, finora, di un testo concreto del ddl -, anche le recentissime affermazioni (espresse da esponenti governativi nell’assemblea UNEM del 10 luglio) che il ddl non introdurrà l’appalto quale formula gestionale, non conferiscono elementi di rassicurazione sulla contrattualistica, né si sta assistendo ad una inversione di tendenza rispetto alle condotte delle aziende.

Il quadro complessivo e la straordinaria situazione di gravità, che mette a repentaglio la figura del gestore in tutta la rete, le specifiche emergenze del comparto autostradale, necessitano di una pronta ed efficace azione di mobilitazione e protesta.

L’assemblea, pertanto, dopo essersi espressa in tal senso ed aver dato il proprio assenso alle forme di agitazione che verranno attuate, ha conferito mandato alla Presidenza di attivare la richiesta alle altre associazioni dei gestori del comparto di procedere alla proclamazione di uno sciopero della rete autostradale della durata di 72 ore, da proclamarsi (stanti i periodi interdetti dalla Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servi pubblici essenziali tra la fine di luglio e l’inizio di settembre) nella prima settimana della seconda quindicina di settembre.