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CONTRATTI D’APPALTO: FEGICA E FIGISC RICHIAMANO ALLE REGOLE NORMATIVE

Pubblichiamo, di seguito, l’articolo di STAFFETTA del 18.11.2022, che notizia del convegno organizzato da FEGICA e FIGISC sui contratti di appalto nella rete distributiva dei carburanti. 

<<L’utilizzo del contratto di appalto per la rete distributiva dei carburanti rappresenta uno tra gli effetti più sintomatici ed esemplificativi dello stato di degrado del settore.

È l’assunto dal quale parte la riflessione avviata da Fegica e Figisc attraverso un convegno promosso all’interno della rassegna Oil&nonOil e tenuto nel pomeriggio del 17 novembre, dal titolo “I contratti di appalto: un regalo a chi è contro le regole”.

Secondo i presidenti Roberto Di Vincenzo e Bruno Bearzil’impiego dei contratti di appalto e di altri omologhi strumenti contrattuali è del tutto estraneo alla normativa vigente e rappresenta per i titolari di autorizzazione che lo adottano – compagnie e retisti – un modo per rendere più precario possibile il rapporto con i gestori dei propri punti vendita”.

A cominciare dall’obbligo normativo a negoziare collettivamente per equilibrare una relazione naturalmente sbilanciata.

Secondo Fegica e Figisc è necessario comprendere che “accanto alla rinuncia ormai manifesta (a parte le dichiarazioni di facciata) ad occuparsi concretamente di interventi strutturali e vitali per la sopravvivenza del settore (ricostituzione di un sistema regolatorio organico che restituisca il settore a soggetti in grado di dimostrare il possesso di requisiti, ammodernamento e razionalizzazione della rete distributiva con strumenti cogenti per candidare credibilmente la medesima rete ad avere il ruolo decisivo che le compete nell’ambito della transizione energetica e quindi nei progetti del PNRR), ci si accontenta di politiche di piccolo cabotaggio e cortissimo respiro come, ad esempio, quella di continuare ad individuare il gestore come il nemico e di cucirgli addosso la camicia di forza contrattuale dell’appalto, pur di giustificare le proprie inefficienze”.

In questo senso, concludono Di Vincenzo e Bearzi, “la risposta non ha alcuna attinenza con il dibattito circa l’interpretazione legale né tantomeno può essere ingenuamente affidata al preteso potere taumaturgico di un intervento ministeriale, del tutto improbabile visto il grado di attenzione residuale che il settore tutto riesce attualmente a stimolare nei confronti della politica. Ci vuole prima di tutto – è la ricetta dei sindacati dei gestori – una adesione piena e volontaria, per scelta strategica e non per mera convenienza momentanea e strumentale, delle compagnie e dei retisti sani, alle regole che ci sono oggi, che si parli o meno di contratti. Perché è solo un contesto costituito in massima parte da soggetti che capiscono che il loro stesso interesse risiede nella difesa delle regole vigenti, che può candidarsi a promuovere la loro riforma e l’adeguamento alle trasformazioni in atto”.