AUTOSTRADE: GESTORI INTERPELLANO IL MINISTERO
Roma, 14 settembre 2021
Prof. Enrico Giovannini
Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili
Dott.ssa Daniela Marchesi
Dirigente Generale – Dipartimento per la
programmazione strategica, i sistemi infrastrutturali,
di trasporto a rete, informativi e statistici
e, p.c., Dott. Alberto Stancanelli
Capo Gabinetto
Dott. Mauro Antonelli
Responsabile Segreteria Tecnica
Dott. Felice Morisco
Dirigente – Direzione generale per le strade e le
autostrade, l’alta sorveglianza sulle infrastrutture
stradali e la vigilanza sui contratti concessori
autostradali
Oggetto: DL N.121/2021. PROROGA CONCESSIONE SERVIZI CARBOLUBRIFICANTI E RISTORO.
PRECISAZIONI. RIFORMA DM 7.8.2015. RICHIESTA D’INCONTRO.
Egregio Ministro, gentilissima Dirigente Generale,
le scriventi Federazioni, che riuniscono i Gestori dei servizi carbolubrificanti e attività accessorie affidati presso le aree di servizio autostradali, hanno appreso della pubblicazione su GU del DL n. 121, del 10 settembre 2021, con il quale, tra l’altro, vengono prorogate di due anni le “concessioni” o, in altre parole, gli affidamenti dei suddetti servizi.
Tale proroga è stata decisa “in considerazione del calo di traffico registrato sulle autostrade italiane derivante all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e dalle relative misure di limitazione del contagio adottate dallo Stato e dalle regioni, al fine di contenere i conseguenti effetti economici e di salvaguardare i livelli occupazionali” (all’art. 2, comma 2).
Riservandosi ogni altra considerazione in altra occasione (ivi compresa un lista dettagliata di violazioni già denunciate inutilmente), le scriventi tengono in questa sede ad illustrare in modo analitico, per amore della sintesi, quanto segue.
1) La crisi conseguente alla pandemia, pur rilevante, si è tuttavia “limitata” ad enfatizzare la crisi strutturale del settore di cui qui si stratta, che, esemplificativamente, ha visto contrarsi progressivamente i volumi di vendita dei carburanti negli ultimi due lustri di circa l’80%. Le responsabilità di tale caduta verticale inarrestata, sono, ad avviso
soggettivo ma motivato e documentabile delle scriventi, sono da ascrivere prima di tutto ai concessionari – a cominciare da ASPI e ANAS – che dall’epoca della cosiddetta “privatizzazione” in avanti, hanno potuto adottare indisturbati e protetti da un mercato per sua natura “captive”, politiche tese esclusivamente a “spremere” economicamente e finanziariamente attività pure rientranti nella concessione statale e quindi soggette a limiti e tutele anche per gli utenti, che definiscono (o dovrebbero) il servizio pubblico.
2) La rete distributiva che fino ai primi anni del nuovo secolo era considerata dalle stesse compagnie petrolifere, il “fiore all’occhiello”, il “biglietto da visita” da presentare anche ai milioni di turisti stranieri che ogni anno varcano le frontiere con le loro auto, oggi è fatta, per un verso – non solo nella percezione della stragrande maggioranza degli utenti autostradali, abituati a tenersi cautamente alla larga dalle aree di servizio – di prezzi altissimi e fuori controllo, spesso da attrezzature fatiscenti e poco manutenute e servizi inefficienti, mentre dall’altro, alle piccole aziende di gestione, attraverso le quali viene esercitato il servizio preso in affidamento, vengono imposti contratti e condizioni
economico/normative in palese contrasto con la legislazione di settore vigente.
Sarà qui sufficiente accennare al fatto che, ad oggi, Kupit Italia è l’unico subconcessionario/affidatario ad essere in regola con gli Accordi collettivi dei Gestori che la legge impone. Tutti gli altri affidatari o non li hanno mai voluti negoziare, né sottoscrivere o si rifiutano di rinegoziarli da almeno un decennio, costringendo i loro Gestori a ribaltare direttamente al pubblico gli oneri che altrimenti avrebbero dovuto sostenere in proprio.
3) I “controllori”, in modo particolare l’Autorità Pubblica Concedente, ma anche la Politica in generale, malgrado le censure gravissime segnalate dalle reiterate relazioni della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato e, più cautamente, persino dall’Antitrust, hanno sempre manifestato una certa disattenzione o, se si vuole, al contrario, mostrato una grande attenzione a rispettare quello che, negli anni, sembrava essere considerato un terreno che godeva di un diritto di extraterritorialità, rispetto alla legislazione nazionale. Persino quando un soprassalto di indignazione collettiva ha finalmente dovuto prendere atto delle drammatiche “inefficienze” del “sistema autostradale”, la “cittadella” dei servizi pubblici offerti in concessione (carburanti e ristorazione) all’interno della quale concessionari e affidatari hanno continuato a spartirsi un mare di denaro, non sembra essere stata oggetto di alcun tipo di controllo, né attenzione.
Tutto quanto sopra illustrato, va sottolineato a codesto Ministero come di per sé una eventuale proroga della scadenza degli affidamenti, ove confermata, offrirebbe “sostegno” solo ai concessionari ed agli affidatari che potrebbero in questo modo confermare le loro rendite, oltre il termine già previsto.
A questo proposito, è bene tornare nuovamente a sottolineare come, ad esempio, l’eventuale obiettivo di “conservare gli attuali livelli occupazionali”, non potrebbe che passare necessariamente attraverso l’esplicita proroga della validità del contratto di gestione e, con questo, dei dipendenti della gestione medesima.
Tuttavia, le scriventi Federazioni tengono a rilevare come la proroga in questione possa essere davvero giustificata sotto il profilo dell’interesse generale e collettivo, solo se il “tempo guadagnato” in questo modo fosse impiegato per riformare il settore stesso, lungo linee di intervento che consentano di recuperare indici di efficienza e standard qualitativi degni del pubblico servizio.
A questo proposito, le scriventi tornano nuovamente a sollecitare la profonda revisione del Decreto Interministeriale MIT/MISE del 7.8.2015, peraltro già in largo ritardo.
Detto Decreto è chiaramente figlio di una epoca in cui concessionari e affidatari dei servizi carbolubrificanti e, ancor di più, della ristorazione hanno regnato incontrastati: gli obiettivi in origine dichiarati – razionalizzazione della rete, ammodernamento, bandi di gara coerenti con la necessità di garantire condizioni di sostenibilità economica, standard qualitativi, offerta di servizi e prezzi in linea con il mercato, oltre a garantire il pieno rispetto delle normative poste a tutela dei contratti dei lavoratori impiegati, fossero imprese di gestione ovvero dipendenti – sono stati fatalmente e manifestamente falliti.
Le scriventi Federazioni, in conclusione, chiedono Loro, signor Ministro e signora Dirigente Generale, di essere urgentemente ascoltate per offrire il contributo dell’unico soggetto – la categoria dei Gestori – che, a pieno titolo e in tutta coscienza, può affermare di avere contrastato, in ogni modo possibile e fin dall’origine, il “sistema” che ha portato una infrastruttura pubblica, tanto importante e strategica per il Paese, alla condizione di disastro e
ingovernabilità che ora osano denunciare anche quanti sono di tale condizione pienamente responsabili.
A tale proposito, alla presente comunicazione viene allegata una documentazione che anticipa l’illustrazione della proposta complessiva di cui si fanno responsabilmente carico, in termini di sistema, le scriventi e la categoria di piccole imprese rappresentata.
Volendo, davvero testardamente, continuare a fare fiducia al metodo del dialogo e del confronto con le Istituzioni, si confida in cortese riscontro.
FAIB AUTOSTRADE CONFESERCENTI
FEGICA CISL
ANISA CONFCOMMERCIO