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“J’ACCUSE” DEI GESTORI AI CONCESSIONARI AUTOSTRADALI

LETTERA APERTA AI QUOTIDIANI DEL SETTORE
Roma, 10 aprile 2020
Gentile direttore,
ci sembrava utile, in questo momento di grande confusione, di presunte disponibilità senza costrutto e di impegni declinati al futuro, chiarire la posizione delle nostre Organizzazioni in merito al ruolo che le Concessionarie autostradali – veri e propri rentiers del settore – stanno giocando in una partita che, per i Gestori, rappresenta – forse – una possibilità di futuro. La vita.
Tra ritrosie, distinguo, rinvio e difesa di una condizione di privilegio che, ormai è sotto gli occhi di tutti, stanno continuando a giocare con il destino del settore. Finanche incuranti degli impegni (verbali) assunti nel confronti del Governo e dei ministeri impegnati a chiudere la vertenza.
Riteniamo che sia giunto il momento per richiamare tutti alla responsabilità: se ciascuno deve fare il proprio in questa situazione di crisi, nessuno può sottrarsi in nome del solo profitto. Peraltro perseguito a scapito della mobilità dei cittadini e dell’intera collettività.
Anche perché, domani, a crisi passata, ancorché lentamente, le autostrade torneranno ad essere il centro della movimentazione di mezzi e cittadini: preciso dovere di tutti è custodire quel “bene” realizzato dallo Stato (a spese della collettività), oggi in affido temporaneo a soggetti privati (che riconoscono una royalty poco più che virtuale allo Stato medesimo) che l’utilizzano solo allo scopo di “spremere utili” (come i loro bilanci testimoniano da anni), perché i cittadini – in sicurezza ed economicità – ne possano fruire.
Ma le Concessionarie, pubbliche o private che siano, si stanno comportando come i “profittatori”, sempre presenti in ogni “guerra”, che pensano – al momento della “pace” – di uscire dai loro comodi nascondigli, sventolando la bandierina di una solidarietà e di una propositività che non hanno mai mostrato.
Verrà il momento anche per rimettere le mani – non solo sugli affidamenti – ma anche sul sistema di royalties che appare fuori da ogni controllo: le Concessionarie sono, in autostrada, un “dominus” assoluto che decide le sorti di un intero sistema, piegando gli interessi generali alle proprie convenienze (come dimostrano i privilegi concessi alla ristorazione).
Proprio partendo da queste considerazioni di carattere generale, abbiamo deciso di rompere ogni ulteriore indugio per richiamare – con la posizione allegata – con forza, ciascuno alle proprie responsabilità.
Cordiali saluti.
FAIB AUTOSTRADE  CONFESERCENTI, Il Presidente Antonino Lucchesi

FEGICA CISL, Il Presidente Roberto Di Vincenzo

ANISA CONFCOMMERCIO, il Presidente Massimo Terzi

LE CONCESSIONARIE AUTOSTRALI FANNO SENTIRE LA LORO VOCE SOLTANTO QUANDO SI TRATTA DI BATTERE CASSA, CHIEDERE AUMENTI DI PEDAGGIO E METTERE LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI, COSTRETTI A PAGARE, OLTRE AI PEDAGGI PIU’ ALTI D’EUROPA, ANCHE UN’ADDIZIONALE SU BENZINA, ACQUA, BIBITE, CAFFE’ PANINI, CARAMELLE.
E’ INCONCEPIBILE CHE TITOLARI VERE E PROPRIE RENDITE DI POSIZIONE LUCRINO CENTINAIA DI MILIONI DI EURO/ANNO FACENDO PAGARE AGLI AUTOMOBILISTI, PER LO STESSO SERVIZIO, DUE, TRE, QUATTRO VOLTE.
E’ ORA DI METTERE FINE A QUESTO STATO DI COSE E CHIEDERE INDIETRO A QUESTI SIGNORI – CHE SI SONO ARRICCHITI ALL’OMBRA DEL PUBBLICO SERVIZIO – QUANTO HANNO LUCRATO FINORA E CHE CONTINUANO AD INCASSARE ANCHE NELLA DRAMMATICA SITUAZIONE DI EMERGENZA PER IL PAESE. E’ UNA QUESTIONE DI ETICA PUBBLICA. DI MORALE.

E’ veramente insopportabile assistere alla sceneggiata che le Concessionarie Autostradali (di cui alcune a totale capitale pubblico) stanno offrendo al Paese, trattenendo nelle loro avide mani centinaia di milioni di €uro mentre tutto, intorno a loro, sta crollando: dichiarano una disponibilità ad aderire all’appello pressante del Governo – manifestando timide disponibilità – ma nel concreto rinviano da 15 giorni ogni decisione e continuano a rimpallare responsabilità che sono solo le loro.
Ciò mette anche il Governo – garante del tavolo su cui si sta componendo una difficile Intesa – nella scomoda situazione di apparire prigioniero di interessi privati e di rendite di posizione che sembrano essere più forti non solo della Politica ma anche della situazione emergenziale in atto.
E’ tollerabile che le Concessionarie che incassano pedaggi “pesanti” per garantire il servizio di mobilità lungo le autostrade, aggiungano anche una royalty su ogni attività che viene esercitata? E’ legittimo che lucrino su ogni bene o servizio che viene svolto in questo segmento della viabilità per servizi che dovrebbero essere connessi (e garantiti) alla percorrenza? E’ giusto che su ogni bicchiere d’acqua, ogni litro di carburante, panini, caffè, pacchetto di caramelle, gravi una vera e propria sovraimposta a favore delle Concessionarie?
Mentre tutto questo accade, i Gestori delle Aree di Servizio dovrebbero rimanere aperti per garantire il “pubblico servizio” anche in assenza di traffico (che ormai si è ridotto di oltre l’85%) ed assicurare, quindi, l’incasso delle “sinecure” alle Concessionarie che, è bene ricordarlo hanno preteso, insieme al trasferimento dei manufatti e delle opere realizzate, un canone fisso oltre a un margine pro-litro superiore a quello dei Gestori, per un introito complessivo di oltre 250 milioni di Euro/anno.


Quando l’emergenza sarà superata, sarà utile tornare su questi aspetti: per il momento l’impegno assunto formalmente dalle Concessionarie di “rinunciare alle royalty” – fisse e mobili – affinché vengano trasferite ai Gestori costretti a rimanere aperti ed a sopportare i costi, a sostegno dell’attività, deve essere realizzato immediatamente. O dobbiamo immaginare che i Gestori, nonostante le diffide che ricevono ogni giorno, chiudano e 6.000 addetti vadano a casa senza stipendi e contributi, in attesa che le Concessionarie -bontà loro- decidano?
Dobbiamo mettere fine a questo indecoroso balletto che accomuna i più spregiudicati Concessionari privati a società che sono a totale capitale pubblico (e delle quali faremo un elenco). ANAS in testa.
Poiché alcune Concessioni sono in fase di rinnovo, chiediamo al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di inserire, quale elemento di valutazione dell’offerta (se così la si può chiamare), anche quella di relativa all’impegno ad essere parte attiva nei processi che coinvolgono il Paese, nella rinuncia alla royalty su tutti i beni e servizi offerti lungo le autostrade: non abbiamo bisogno solo di “prenditori” di pedaggi e di royalty. A prescindere da tutto.
Questi sono alcuni dei motivi per i quali i Gestori dichiarano che, perdurando questa situazione, non potranno più garantire, dopo il 13 aprile, alcun servizio per mancanza della liquidità necessaria per approvvigionarsi.
Ognuno deve fare la sua parte – come stanno facendo i Gestori – ma non si possono condannare queste piccole aziende al fallimento mentre le Concessionarie voltano – per i loro interessi – la testa dall’altra parte.
Lo sa il Governo, lo sanno le compagnie petrolifere e dovrebbero saperlo le Concessionarie. Ma, la cosa più importante è che a saperlo siano i cittadini finora gabbati da un sistema di royalty rimasto “secretato” per anni.