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AUTOSTRADE: I DATI DELLE VENDITE E DEL TRAFFICO 2002-2013

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Il periodo preso generalmente in esame nella presente relazione riguarda le annualità dal 2002 al 2013 ed il primo quadrimestre del 2014, non avendo per la presente annualità dati certi più recenti delle vendite effettuate nella rete autostradale nazionale. Dodici anni di dati sono un periodo abbastanza ampio per valutare fenomeni e tendenze in un comparto che è chiaramente e forse irrimediabilmente in crisi: dal 2002 al 2013 le vendite sono diminuite del 54,16 % e di 2,376 miliardi di litri [si vedano i capitoli 2.a, 2.b e 2.c] e, se si considerano le proiezioni – assolutamente provvisorie e da aggiornare quando saranno disponibili dati più aggiornati su vendite e flussi di traffico – stimate da Anisa per il 2014 [si veda il capitolo 9.] la flessione aumenta fino al 57,50 % e la perdita di volumi sale a 2,523 miliardi di litri, con un immediato riflesso sull’efficienza delle aree di servizio, il cui erogato medio nel 2013 – a consistenza di rete sostanzialmente ferma – è sceso a 4,262 milioni di litri/impianto rispetto a 9,102 milioni di litri del 2002 [si veda il capitolo 10., nel quale è anche esposto un confronto tra la rete autostradale italiana e quella francese], con modificazioni parziali anche nella distribuzione mensile dei consumi nel corso dell’anno, che denotano una diminuzione del trend consolidato delle vendite nei primi mesi dell’anno ed una maggiore incidenza rispetto agli anni precedenti [non assolutamente in quantità, ma solo in termini ponderali dello specifico mese sull’intero anno] nel periodo luglio-agosto [si veda capitolo 3.]. Nel mix dei consumi tra benzina e gasolio, la benzina crolla dal 2002 al 2013 di 76,5 punti percentuali perdendo 1,265 miliardi di litri, ma il gasolio – pur avendo incrementato la quota dal 62,3 all’ 80,7 % dei consumi totali nello stesso periodo – registra comunque una flessione del 40,6 % e minori vendite per 1,111 miliardi di litri [si vedano i capitoli 4.a, 4.b, 4.c, 4.d e 4.e]. Della rete autostradale sono stati esaminati anche i carichi di traffico [espressi in milioni veicoli/km], che – con la pesante eccezione del 2012, esercizio in cui vi è stata una contrazione media del 7,0 % rispetto all’anno precedente 2011 – sono in quantità di veicoli totali sostanzialmente stabili nel 2013 rispetto al 2002, con appena un +0,2 % di incremento, ma che, nel dettaglio della tipologia, se fanno segnare nello stesso periodo 2002-2012 un modesto incremento di traffico per i veicoli leggeri pari a 1,5 punti percentuali, marcano però una flessione pari al 4,6 % del traffico dei veicoli pesanti, che hanno un valore ponderale importante rispetto alla quantità dei consumi [si vedano i capitoli 5.a, 5.b e 5.c ]. Tuttavia si deve registrare che, a fronte di una flessione significativa di 4,6 punti percentuali del carico di traffico pesante in concomitanza con una tenuta di quello leggero dal 2002 al 2013, la flessione delle vendite è pari al 54,2 % [si veda il capitolo 6.], ossia un valore di quasi dodici volte superiore, che non trova certo sufficiente motivazione solo nella predetta contrazione del traffico pesante [la cui incidenza sui consumi totali di gasolio nell’intera rete, ordinaria ed autostradale, è di circa il 40 % (si veda anche il capitolo 7.), considerando anche le evoluzioni del parco circolante in Italia (si veda il capitolo 8.)], o anche nel cosiddetto «effetto Tir» – la perdita di importanti consumi di gasolio di questi mezzi pesanti in entrata od uscita dal Paese in dipendenza dello sfavorevole gap dei prezzi italiani rispetto a quelli dei Paesi confinanti -, ma che è dovuto alla complessiva perdita di appeal della rete autostradale ed alla concorrenza dei prezzi reperibili sulla rete ordinaria di prossimità presso gli impianti no-logo.

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