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STAFFETTA: LA RAZIONALIZZAZIONE SILENZIOSA

Riportiamo, condividendone i contenuti, quanto pubblica oggi testualmente STAFFETTA.

<<Sfumata la prospettiva di un’accelerazione sul piano di razionalizzazione, sul settore è tornato un cupo silenzio. Quando non c’è motivo di scatenare polemiche sui prezzi, la distribuzione carburanti, che dà lavoro a decine di migliaia di famiglie, semplicemente non esiste.

Il silenzio è stato squarciato nell’ultima settimana dalla drammatica notizia del suicidio di Giovanni Zampieri, gestore Eni di Padova. “La crisi mi ha tolto il sorriso”, ha scritto in un biglietto di addio.

La crisi ha tolto il sorriso a molti, in tutti i settori economici. In questo in particolare, al calo dei consumi si va ad aggiungere l’effetto del pieno dispiegamento delle liberalizzazioni attuate negli ultimi cinque anni. Nuovi e agguerriti operatori entrano in un mercato già asfittico risucchiando volumi come in un buco nero, facendo leva sull’unica variabile ormai decisiva, quella del prezzo.

Il risultato è stato espresso chiaramente dalle tre sigle sindacali dei gestori in un comunicato diffuso al termine di un tavolo di filiera presso la Regione Siciliana. Nel solo 2013 nell’Isola hanno chiuso 165 attività a fronte di 46 nuove aperture. Così hanno commentato le associazioni: “un risultato nefasto, se si considera che non è riconducibile al desiderato processo di razionalizzazione e ammodernamento della rete ma è stato il mercato, con le sue dure dinamiche, rese ancora più aspre dalla crisi, a decretare la fine di decine e decine di esercizi commerciali senza garantire loro alcun supporto per imprese e professioni”.

Una razionalizzazione di fatto e non gestita che lascia ferite profonde. Torna quindi la questione: è un bene che il piano di razionalizzazione, per quanto criticabile, resti a prendere la polvere su qualche scaffale del ministero? E, parlando del ministero, lo sanno a via Veneto cosa sta succedendo alla rete? Si è messa in piedi una banca dati dei prezzi praticati di tutti gli oltre ventimila impianti d’Italia, perché la priorità va al consumatore e al suo “diritto” di conoscere i prezzi. E va bene. Ma gli uffici del Mse sanno quanti impianti hanno chiuso in Italia nel 2013? E quanti nuovi hanno aperto? Quali operatori hanno aperto, quali hanno chiuso? La domanda non è retorica: per incidere sulla realtà con politiche efficaci bisogna prima conoscerla, la realtà, nella sua evoluzione.>>