IMPOSTE, CARO-PETROLIO ED EURO DEBOLE SPINGONO I PREZZI – GOVERNO FRANCESE ABBASSA LE IMPOSTE
COMUNICATO STAMPA 23.08.2012
FIGISC ANISA: IMPOSTE, QUOTAZIONI INTERNAZIONALI, EURO DEBOLE SPINGONO I PREZZI DEI CARBURANTI. IL GOVERNO FRANCESE ABBATTE LE TASSE: UN ESEMPIO DA SEGUIRE
«Il Governo francese, con una netta differenza rispetto a quello nostrano che non perde occasione per incrementare le accise» dichiara Luca SQUERI, Presidente Nazionale della FIGISC, Federazione che rappresenta i benzinai della rete ordinaria associati alla Confcommercio, «sta maturando l’idea di intervenire su due canali – imposte e prezzo amministrato – esattamente come da noi proposto con la nostra iniziativa della raccolta delle firme sulla rete distributiva, che, per inciso, sta andando molto bene. Un esempio concreto da seguire con urgenza, visto anche il crollo verticale dei consumi che ormai tocca il 10 % rispetto allo scorso anno.» «Imposte crescenti (le accise sono aumentate di 16 centesimi per la benzina e di 18 per il gasolio, IVA compresa), aumento del greggio (+14 cent/litro) ed ancor più dei prodotti raffinati (+21 cent/litro per la benzina e +20 per il gasolio), deprezzamento dell’euro (-13,8 %), hanno fatto aumentare i prezzi dei carburanti di 31 cent/litro da un anno fa: la maggiore fiscalità sui carburanti è responsabile per il 55 % dell’aumento dei prezzi al consumo in questi ultimi dodici mesi, un aumento che colpisce duramente famiglie ed imprese, consumatori e benzinai, questi ultimi con un margine lordo fisso che non segue affatto l’andamento del prezzo e che, comprando a loro volta il prodotto ad un prezzo sempre più alto, sono fortemente indebitati con le banche» prosegue Squeri, che, rispetto ai dati comparsi sulla stampa ieri, intende precisare che «I prezzi superiori a 2 euro/litro su cui si innestano tutte le polemiche sono una eccezione assoluta: la media nazionale dei prezzi con servizio era ieri indicata da Quotidiano Energia in 1,916 euro per la benzina ed in 1,800 per il gasolio, prezzi che al self sono sensibilmente inferiori: valori molto distanti dai picchi che vengono presi come fossero la regola; il Ministero per la giornata di lunedì 20 (dato che serve per la rilevazione prezzi dell’Unione Europea) ha diffuso un dato di prezzo medio Italia attestato su 1,847 euro/litro per la benzina e di 1,740 per il gasolio.» Le argomentazioni di Squeri sui sensazionalismi sul prezzo sono riprese da Stefano CANTARELLI, Presidente di ANISA, Federazione di Confcommercio che associa i benzinai della rete autostradale: «Ieri la testata francese Le Figaro faceva risaltare il prezzo di 2,05 euro/litro della benzina in una stazione di servizio di Parigi, un’eccezione nel contesto del Paese transalpino. Il Primo Ministro Ayrault ha annunciato ieri misure per ridurre la fiscalità dei carburanti e per introdurre una sorta di prezzo amministrato; nessun provvedimento certo (se ne parlerà dal 28 agosto più in concreto), ma è evidente che tutti soffrono degli stessi mali: l’alto costo dei carburanti, l’alta fiscalità, il ridotto potere di acquisto delle famiglie, nel contesto di una crisi economica pesante non solo in Italia.» Sui dati degli ultimi dieci giorni la Segreteria nazionale FIGISC-ANISA rileva che le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati sono aumentate mediamente tra i prodotti di 4,4 cent/litro, IVA compresa, mentre i prezzi al consumo sono saliti di ben 5 cent/litro per la benzina e 4,5 per il gasolio: su questi ultimi aumenti incide per 0,5 cent/litro l’ultimo aumento delle accise entrato in vigore l’11 agosto. Le ultime rilevazioni prezzi europee (riguardano il 13 agosto, quelle del 20 usciranno forse oggi) mettono l’Italia al secondo prezzo più alto per la benzina, ma con la fiscalità per questo prodotto più alta dell’Europa comunitaria (1,057 euro/litro), ed al terzo posto per il prezzo del gasolio, con un peso delle imposte di 0,920 euro/litro. Lo stacco del prezzo industriale Italia (prezzo meno imposte) con i Paesi dell’area euro è di solo 4 millesimi/litro (cioè più alto della media), mentre per la benzina (considerando che la rilevazione europea non tiene conto delle addizionali di accisa regionale) lo stacco reale è negativo: 5 millesimi/litro più basso della media (le addizionali regionali, infatti, valgono 1,5 cent/litro su scala nazionale, media tra le regioni che non le applicano e quelle, come la Toscana, che applicano un balzello di 5 cent oltre a quello statale). I considerevoli sconti effettuati nel fine settimana da alcune aziende hanno mutato, almeno nella fase temporale della loro effettuazione (da metà giugno ai primi di settembre) le abitudini di acquisto ed il panorama dei prezzi: «Se si discute dei 2,008 euro di picco massimo si dovrebbe tenere presente che un buon 25 % delle vendite della settimana si effettua con un prezzo inferiore di 20/21 cent rispetto alla media» sostiene la Segreteria nazionale «e ciò significa che, per circa due mesi e mezzo, il prezzo medio di una intera settimana è stato e sarà inferiore di circa 5 centesimi rispetto ai prezzi diffusi con le rilevazioni dei giorni feriali: un dato assolutamente non trascurabile.»