PREZZI CARBURANTI: SIAMO AL PRIMO POSTO IN EUROPA “GRAZIE” AGLI AUMENTI DELLE IMPOSTE
COMUNICATO STAMPA FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO DEL 29.12.2011
“Se oggi il prezzo della benzina italiana è il più alto nell’Europa comunitaria e quello del gasolio si attesta al secondo prezzo più alto, ciò è solo dovuto all’aumento delle imposte che gravano su questi beni di prima necessità” sostiene Luca SQUERI, Presidente Nazionale di FIGISC Confcommercio, la Federazione dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti, che precisa: “Esattamente un anno fa, invece, l’Italia si collocava al decimo posto per la benzina ed al settimo per il gasolio. Sempre, rispetto ad un anno fa, a fronte di un aumento del greggio di circa 8 centesimi di euro al litro, la benzina costa 25 centesimi in più ed il gasolio addirittura 36. Quale è il motivo? Semplicemente che se le quotazioni internazionali del greggio e dei prodotti finiti hanno pesato per il 25 % sull’aumento dei prezzi del carburante in Italia, per il 75 % vi hanno invece influito gli aumenti delle imposte, accisa ed IVA. Oggi, senza tali aumenti, il prezzo della benzina sarebbe inferiore di 19 centesimi/litro e quello del gasolio di 22. Gli aumenti delle imposte sui carburanti intervenuti nel 2011 sono stati pari mediamente a 20 centesimi al litro, tanto da essere addirittura superiori a quello che è il margine operativo medio lordo (tutti i costi inclusi) del settore distributivo, che è di 15,5 centesimi/litro, ossia il 10 % del prezzo, contro il 52 % delle imposte sul gasolio o il 58 % di quelle sulla benzina.”
“Si continuano a coltivare aleatorie aspettative su strane ‘liberalizzazioni’ di questo settore (che peraltro è stato liberalizzato già tre volte dal 1998 ad oggi, da ultimo con la legge 111/2011)” sottolinea Luca SQUERI “ma è ora di dire chiaro e tondo che i miracoli esistono solo nella fantasia: non si può avere un prezzo più basso se le imposte sono diventate le più alte dell’Europa comunitaria, come non lo si può avere se la rete distributiva italiana è due o tre volte più numerosa, e quindi più costosa, di altri Paesi di Eurolandia (vendendo la metà od un terzo di quello che si vende in quegli altri Paesi) e nel contempo i punti vendita continuano a crescere in quanto non vi sono più vincoli alla loro apertura. Chi promette la botte piena e contemporaneamente la moglie ubriaca non aiuterà di certo a quadrare questo difficilissimo cerchio”.
In allegato il testo del comunicato.