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DOPO IL TAVOLO DI OGGI AL MIMIT

Dopo la riunione odierna indetta dal MIMIT con tutta la filiera, il Ministero fa sapere che il timing per concludere, trovando un testo condiviso tra le parti, é di dieci giorni, attraverso un tavolo più ristretto e “tecnico” che lavori sulla norma. Trascorso infruttuosamente tale termine – sostiene il Governo – o si porta il testo come oggi è scritto in Consiglio dei Ministri o si stralcia la parte sulla contrattualistica lasciandola sviluppare dal Parlamento nel corso dell’iter del ddl.

Al termine della riunione, FEGICA, FAIB e FIGISC hanno rilasciato una nota precedentemente stilata in cui confermano “lo stato di agitazione della categoria, con assemblee tenute in tutto il Paese, e lo studio per avviare le iniziative politico/sindacali, compreso lo sciopero nazionale, necessarie a contrastare il testo del ddl cosiddetto carburanti, già portato in Consiglio dei ministri, seppure non ancora approvato“.

Le organizzazioni dei gestori “hanno tenuto a far sapere al Governo che non assisteranno inerti al tentativo dei petrolieri di sottoporre una intera categoria di lavoratori al ricatto (la categoria ‘non é ricattabile‘) di contratti del tutto precari, sia in termini regolatori che economici. Né accetteranno in alcun modo la prassi ormai consolidata di sottrarsi alla contrattazione collettiva imposta dalle leggi vigenti“.

Al di là del nodo della contrattualistica, le tre organizzazioni chiedono una “vera” riforma, che “preveda la chiusura certa di almeno 7.000 impianti oggettivamente inefficienti, l’imposizione di criteri regolatori più stringenti per i titolari degli impianti esistenti (non solo per i nuovi) per combattere l’altissimo livello di illegalità e la presenza della criminalità organizzata, nonché, allo stesso modo, l’introduzione progressiva ma vincolante di nuovo energie non fossili presso gli impianti già in funzione, perché la rete distributiva possa partecipare efficacemente alla transizione energetica“.