NUOVA PROPOSTA PER LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA RETE
Ridurre “forzosamente” la rete carburanti di 10.000 impianti nell’arco del triennio 2021-23 per provare a restituire efficienza e redditività alla distribuzione, elevando l’erogato medio dagli attuali 1,367 milioni di litri a 3-4 milioni di litri, in linea con i Paesi europei più avanzati in questo campo.
Tali gli obiettivi e gli strumenti indicati da FAIB, FEGICA e FIGISC (presentati oggi nel convegno di apertura della manifestazione Oil&nonOil) per tentare di risolvere la quarantennale questione della razionalizzazione della rete.
Per evitare l’inefficacia dei precedenti tentativi di razionalizzazione, oltre alla forzosità ex lege, tratta di prendere esempio da altre esperienze di Paesi comunitari, come, ad esempio, l’Olanda, in cui i punti vendita selezionati per lo smantellamento vengono conferiti dai proprietari ad un Fondo pubblico che ne gestisca smantellamento e bonifica ambientale. In Italia tale compito potrebbe essere assegnato al Fondo indennizzi vigente, a fronte delle implementazioni normative per allargarne le competenze e definire le risorse necessarie.
Risorse che consterebbero in circa 800 milioni di euro nel triennio, equivalenti a 9 millesimi/litro stimando le quantità di carburanti venduti in Italia, e che comprenderebbero sia i costi di smantellamento e bonifica che gli ammortizzatori sociali per i gestori che è stata la finalizzazione dell’istituzione del Fondo stesso.
Secondo gli indirizzi del documento, oltre alla quota “fissa” di chiusure al 40 % delle singole reti, vi sono anche parametri relativi alla efficienza e redditività dei singoli punti vendita: chiusura automatica per gli impianti con erogati inferiori a 600mila litri, inesistenza di servizi integrativi, assenza del gestore per redditività inferiore al minimo per garantire la giustificazione della gestione.
Fattori di flessibilità e meccanismi premiali sono costituiti, invece, da riduzione del contributo al Fondo per chi chiude impianti, “cedibilità” sulla quota di impianti da chiudere (chi non chiude può pagare un altro titolare che chiuda impianti in numero superiore alla quota assegnata. Sono previste altresì “franchigie” mediante esclusione dall’obbligo di chiusura per i titolari che al 30.09.2020 risultassero proprietari di meno di venti punti vendita.
Si prevede anche nel triennio una moratoria temporanea per nuove aperture, un blocco non totale, in quanto è prevista una riserva di 200 nuove aperture per anno, gestita dal Fondo, a disposizione di nuovi soggetti non ancora titolari alla predetta data del 30.09.2020, o per fattori di urbanizzazione significativa da poter costituire un nuovo bacino di utenza da servire.
Razionalizzazione che dovrebbe anche reggersi su norme di revoca dell’autorizzazione per inosservanza delle corrette regole inerenti ai rapporti contrattuali con le gestioni e/o nel caso di fiancheggiamento della illegalità fiscale.
Sul punto la proposta è quella di introdurre una sorta di “Documento unico di rispetto della normativa carburanti” con il quale ciascun singolo titolare di autorizzazione o, nel caso, concessione, autocertifichi sotto responsabilità di possedere i seguenti requisiti: non aver riportato condanne penali e non essere destinatario di provvedimenti civili e amministrativi ai sensi della vigente normativa; non essere destinatario di provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni amministrative di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231; aver dato piena applicazione alle norme speciali di settore.
La proposta è disponibile integralmente in allegato.