Così riferisce QUOTIDIANO ENERGIA, nel numero del 28.11.2016, nell’articolo «Proibite nell’87% del territorio nonostante l’appello del regolatore Cnmc» che di seguito [per g.c.] riportiamo:
Le pompe “ghost” dividono la Spagna. Se da un lato il super-regolatore Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia (Cnmc) ha stigmatizzato la scorsa estate le barriere alla realizzazione e gestione delle stazioni di servizio senza personale, dall’altro le regioni stanno rapidamente introducendo normative per proibire le “desatendidas“. Ultima in ordine di tempo, la comunità autonoma delle Asturie ha approvato sabato una modifica alla legge sui Consumatori che dalle 6 alle 22 impone la presenza nelle stazioni di servizio di almeno un addetto. La nuova norma, spiega una nota, “tiene conto che possono esistere problemi derivanti dal self-service nelle stazioni di servizio, ad esempio lo sversamento di carburante, l’uso inadeguato delle installazioni, l’impossibilità di reclami in caso di errori e la difficoltà di ottenere una fattura“.
Con le Asturie, le regioni spagnole che hanno vietato le pompe ghost salgono a otto, mentre altre sette (tra cui la comunità di Madrid) hanno già annunciato provvedimenti in questa direzione. Nel complesso, le stazioni di servizio senza personale diverranno così illegali nell’87% del territorio nazionale (77% della popolazione). Contro le norme regionali potrebbe però presentare ricorso la Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia, che in un rapporto pubblicato ad agosto ha puntato il dito contro le “barriere regolatorie a un modello di distribuzione che può andare a beneficio dei consumatori“. Nel rapporto, il Regolatore ricorda che in Europa le stazioni di servizio senza personale sono “un formato abituale” e non hanno mai dato luogo a “rischi per la sicurezza degli utenti”, portando viceversa a una riduzione dei prezzi dei carburanti.
Contro le pompe ghost hanno fatto tuttavia fronte comune i sindacati e alcune società del settore. Il sindacato Ugt (Uniòn General de Trabajadores), in particolare, quantifica in 40.000 (su un totale di 60.000) i posti di lavoro nella distribuzione carburanti minacciati dalle “desatendidas“.