FIGISC – Smartphone

«APP» PREZZI, DISCRIMINAZIONI, IMPOSTE, «NERO»: PAZZIE DI SISTEMA

Dopo la presentazione da parte del Ministero della famosa «app per smartphone» sui prezzi dei carburanti praticati dagli impianti di distribuzione, STAFFETTA ritorna oggi sull’argomento per commentare le reazioni delle Organizzazioni dei Gestori e di quelle dei Consumatori, per rilevare che le prime, critiche« hanno sottolineato che l’iniziativa non incide sulle dinamiche di formazione dei prezzi – e in particolare sulle discriminazioni operate dalle compagnie tra impianto e impianto, che mettono gestori e retisti nell’impossibilità di competere» e che le seconde «hanno sottolineato che la questione principale (app o non app) sta nell’abbattimento della tassazione sui carburanti, che ormai rasenta il 60% del costo complessivo». Abbiamo ribadito la nostra posizione sul FIGISC ANISA NEWS N. 26 di lunedì 26 maggio [Comunicazione prezzi: con “app” o senza “app” resta sempre l’ingiustizia]: restiamo del parere che questo è solo lo sputtanamento davanti a tutti del Gestore «i cui prezzi sono alti perché – nel totale sbattimento di altre Istituzioni sulla violazione delle regole della concorrenza – il suo fornitore vincolante vende ad altri a prezzi stracciati ed al Gestore a prezzi altissimi»; così come crediamo fermamente che «tutte queste menate propagandistiche sui prezzi siano solo un modo per giocare a nascondino con la mala coscienza di Governi che sanno solo aumentare i prezzi aumentando le imposte, e che pensano che il consumatore debba solo sapere quale è il prezzo più buono senza sapere né il perché, né quali possibili misfatti si commettano dietro le quinte del prezzo». E sempre STAFFETTA, sintetizzando le tematiche della pubblicità dei prezzi, della discriminazione dei prezzi e del peso della fiscalità sui prezzi, così commenta: «Due aspetti (il “doppio canale” rete/extrarete e l’eccessivo peso della fiscalità) che impattano sul settore della distribuzione non solo incidendo sui prezzi finali e quindi sui consumi. Da una parte, infatti, il comportamento “schizofrenico” dei fornitori – che spesso [noi preferiamo dire «sempre»] riforniscono a prezzi stracciati impianti privati facendo concorrenza ai punti vendita colorati della stessa compagnia – contribuisce a mantenere in vita una rete ipertrofica e inefficiente; dall’altra, il peso abnorme della fiscalità rappresenta un tentazione tanto più forte per chi sceglie di operare al di fuori delle regole comprando e vendendo in nero. Una fetta, questa, che secondo alcuni arriverebbe al 20% dei volumi complessivi». Quello che succede in questo settore – dalle assurdità delle app di Stato, alla politica del doppio canale del prezzo con cui le compagnie scientemente portano il gestore alla rovina sottraendogli vendite e margine e desertificando gli impianti, alla fiscalità da «bancomat» sui carburanti, alla esplosione dell’illegalità del contrabbando dei carburanti