L’intransigenza dell’azienda sui contenuti economici e la genericità degli scarsi spiragli offerti sul piano delle regole normative hanno fatto fallire la lunga e complessa trattativa per il rinnovo dell’accordo tra ENI R&M e le rappresentanze di categoria FAIB, FEGICA e FIGISC che si protraeva, tra fasi più o meno intense, dall’estate del 2013 e che si era praticamente concentrata in due giorni di non stop tra lunedì e martedì.
L’esito negativo di questa vicenda – sui cui contorni seguiranno domani approfondimenti informativi ai Gestori di marchio ed un comunicato alla stampa – è stato oggetto di esame oggi delle delegazioni di FAIB, FEGICA e FIGISC che si apprestano a convocare per giovedì 27 febbraio l’assemblea unitaria dei Comitati di Colore per valutare tutte le iniziative da assumere; già fin d’ora, tuttavia, è chiaro che si andrà ad uno sciopero nazionale dei gestori del marchio ENI entro la prima decade di marzo.
L’azienda, in una nota appena diramata, rende noto il suo punto di vista unilaterale, sostenendo che pur avendo «utilizzato tutte le risorse disponibili per garantire l’applicabilità di una soluzione che potesse consentire ai gestori di continuare a competere sul mercato, recuperando la centralità del loro ruolo nell’esercizio dell’attività commerciale….dopo un lungo periodo di trattative iniziato dalla seconda metà del 2013, non è stato possibile raggiungere un’intesa tra l’azienda e le organizzazioni sindacali», aggiungendo che intende attuale «nell’immediato le azioni più opportune per tutelare la competitività della propria rete a marchio Eni nel comune interesse dell’azienda e dei propri gestori».