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ACCISE SU BENZINA E GASOLIO NELL’EUROPA COMUNITARIA 2011-2016

FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO pubblica a novembre un nuovo studio «Accise su benzina e gasolio nell’Europa Comunitaria 2011-2016», corredato di una settantina di tavole di dati e di grafici, che tratta della tassazione di base dei due principali carburanti per autotrazione.

La tassazione di base presa in esame prescinde dal prezzo industriale [su cui grava l’IVA], che costituisce in genere la parte minoritaria del prezzo al consumo ed è sostanzialmente determinato da fattori internazionali – quali la quotazione del greggio e soprattutto dei prodotti raffinati – ad alto grado di variabilità e da fattori nazionali e locali – quali i costi e margini di distribuzione – a variabilità ridotta ed a contributo marginale al prezzo al consumo, ed è quindi costituita dall’accisa e dall’IVA gravante sull’accisa stessa.

Il tema della tassazione nazionale dei carburanti torna di attualità in relazione al fenomeno della illegalità presente nel settore, per contrastare il quale il Governo ha messo in cantiere una serie di provvedimenti contenuti nel decreto fiscale e nella legge di stabilità 2017. Un passaggio della relazione tecnica alla formulazione dell’articolo 67 di quest’ultimo provvedimento stabilisce, infatti, un più che evidente nesso causale e temporale tra incremento della fiscalità e fenomeno dell’illegalità di settore: «…disposizioni…con finalità di contrasto alle frodi riscontrate nel settore su carburanti di provenienza comunitaria, specialmente a seguito dell’incremento di circa il 30% delle aliquote sul gasolio e sulla benzina negli anni 2011-2012».

Il quadro delle aliquote di accisa definito con l’emanazione del Decreto legislativo 504 del 26 ottobre 1995 ha subìto nel tempo adeguamenti progressivi [le accise su benzina e gasolio stabilite nel provvedimento originario erano fissate in un equivalente di € 518,00 per mille litri per la benzina e di € 386,00 per il gasolio, con un’aliquota IVA al 19 %], ma nel complesso non particolarmente significativi fino al 2011, con un aumento medio tra i prodotti nell’ordine del 9 % in oltre quindici anni, da € 518,00 a € 564,00 per la benzina, da € 386,00 a € 423,00, con un passaggio della aliquota IVA – che grava sull’accisa oltre che sul prezzo industriale dei carburanti – dal 19 % al 20 % a decorrere dal 1° ottobre 1997.

Il biennio 2011-2012, con particolare rilevanza per l’esercizio 2011 – con la concomitanza dell’elevamento dal 20 % al 21 % dell’aliquota IVA -, per contro è stato caratterizzato da consistenti aumenti delle accise dovuti a specifiche e plurime finalità di finanza pubblica: il provvedimento più pesante fu quello istituito con il decreto «Salva Italia» [D.L. 6 dicembre 2011, n. 201] che innalzò in un colpo solo le aliquote di accisa in misura equivalente alla somma di tutti gli aumenti intervenuti in un arco di sedici anni dall’ottobre 1995 al novembre 2011.

Gli anni successivi al 2012, per contro, sono stati caratterizzati da una stabilità delle aliquote di accisa, ancorché vi sia da segnalare l’incremento dell’aliquota IVA dal 21 % al 22 % intervenuto a far data dal 1° ottobre 2013.

A far data dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 ottobre 2016,

– l’aliquota di accisa per mille litri sulla benzina è aumentata da € 564,00 a € 728,40, ossia di € 164,40 e del 29,15 %, sempre per la benzina la somma di accisa ed IVA sull’accisa è aumentata da € 676,80 a € 888,65, con un incremento di € 211,85 e del 31,30 %;

– l’aliquota di accisa per mille litri sul gasolio è aumentata da € 423,00 a € 617,40, ossia di € 194,40 e del 45,96 %, sempre per il gasolio la somma di accisa ed IVA sull’accisa è aumentata da € 507,60 a € 753,23, con un incremento di € 245,63 e del 48,39 %.

Il contributo percentuale degli aumenti intervenuti dal 1° gennaio 2011 al 31 ottobre 2016 è stato assorbito interamente per la parte relativa alle accise dagli anni 2011 [per l’86 % mediamente tra i due prodotti benzina e gasolio] e 2012 [per il 14 %].

Nel contesto comunitario, ordinando in rango decrescente la somma delle variazioni intervenute sulle accise e sull’IVA sull’accisa nel periodo di studio 01.01.2011-31.10.2016, l’Italia si segnala per l’aumento in assoluto più cospicuo:

– per il prodotto benzina, la variazione totale per l’Italia è pari a 0,212 euro/litro arrotondati [0,164 di accisa e 0,047 di IVA sull’accisa], mentre quattro Paesi presentano incrementi maggiori di 0,100 e non superiori a 0,200 euro/litro, sette Paesi incrementi maggiori di 0,050 e non superiori a 0,100 euro/litro, sei Paesi incrementi maggiori di 0,000 e non superiori a 0,050 euro/litro, quattro Paesi non presentano variazioni e sei Paesi presentano diminuzioni; la media comunitaria equivale ad un incremento di 0,038 euro/litro, mentre la media dei Paesi dell’area euro [quali esistenti alla data iniziale e quali esistenti alla data finale] equivale ad un incremento di 0,037 euro/litro;

– per il prodotto gasolio, la variazione totale per l’Italia è pari a 0,246 euro/litro arrotondati [0,194 di accisa e 0,051 di IVA sull’accisa], mentre sette Paesi presentano incrementi maggiori di 0,100 e non superiori a 0,200 euro/litro, cinque Paesi incrementi maggiori di 0,050 e non superiori a 0,100 euro/litro, otto Paesi incrementi maggiori di 0,000 e non superiori a 0,050 euro/litro, due Paesi non presentano variazioni e cinque Paesi presentano diminuzioni; la media comunitaria equivale ad un incremento di 0,051 euro/litro, mentre la media dei Paesi dell’area euro equivale ad un incremento di 0,053 euro/litro.

La differenza del valore dell’accisa ivata nazionale rispetto a quella media comunitaria sulla benzina al 03.01.2011 era pari a +0,045 euro/litro ed al +7,12 %, salita al 31.10.2016 a +0,220 euro/litro ed al +32,88 % mentre sul gasolio la differenza al 03.01.2011 era pari a +0,023 euro/litro ed al +4,74 %, salita al 31.10.2016 a +0,219 euro/ litro ed al +41,01 %.

La differenza del valore dell’accisa ivata nazionale rispetto a quella media dell’area euro sulla benzina al 03.01.2011 era pari a +0,018 euro/litro ed al +2,73 %, salita al 31.10.2016 a +0,194 euro/litro ed al +27,91 % mentre sul gasolio la differenza al 03. 01.2011 era pari a +0,027 euro/litro ed al +5,61 %, salita al 31.10.2016 a +0,219 euro/ litro ed al +41,01 % [media comunitaria e media area euro hanno un valore identico].

Le consistenze relative alle medie dell’anno parziale 2016 [finale della serie] sono state confrontate con le consistenze delle medie dell’anno iniziale 2011, che evidenzia i seguenti risultati sintetici.

Nel contesto comunitario, ordinando in rango decrescente la somma delle variazioni intervenute sulle accise e sull’IVA sull’accisa nel periodo di studio annualità 2011-2016, l’Italia si segnala ancora per l’aumento in assoluto più cospicuo:

– per il prodotto benzina, la variazione totale per l’Italia è pari a 0,172 euro/litro [+ 23,93 %], mentre tre Paesi presentano incrementi maggiori di 0,100 ma inferiori a 0,172 euro/litro, dieci Paesi incrementi maggiori di 0,050 e non superiori a 0,100 euro/litro, cinque Paesi incrementi maggiori di 0,000 e non superiori a 0,050 euro/litro, quattro Paesi non presentano variazioni e cinque Paesi presentano diminuzioni; la media comunitaria equivale ad un incremento di 0,041 euro/litro [+6,50 %], mentre la media dei Paesi dell’area euro equivale ad un incremento di 0,037 euro/litro [+5,50 %];

– per il prodotto gasolio, la variazione totale per l’Italia è pari a 0,204 euro/litro [+ 37,03 %], mentre sette Paesi presentano incrementi maggiori di 0,100 e non superiori a 0,200 euro/litro, cinque Paesi incrementi maggiori di 0,050 e non superiori a 0,100 euro/litro, nove Paesi incrementi maggiori di 0,000 e non superiori a 0,050 euro/litro, due Paesi non presentano variazioni e quattro Paesi presentano diminuzioni; la media comunitaria equivale ad un incremento di 0,052 euro/litro [+10,81 %], mentre la media dei Paesi dell’area euro equivale ad un incremento di 0,051 euro/litro [+10,60 %].

Nel contesto comunitario, dalla fase iniziale del periodo di studio, 01.01.2011, alla fase finale, ossia al 31.10.2016, nei Paesi Membri della Comunità si sono avute delle modificazioni, anche sensibili, della consistenza delle aliquote IVA, per quanto non in quota maggioritaria.

Infatti, a parte l’Italia – che ha modificato per due volte l’aliquota, innalzandola di due punti [dal 20 % al 21 % il 17.09.2011 e dal 21 % al 22 % il 01.10.2013] -, altri undici Paesi hanno provveduto ad innalzare l’aliquota [Cechia, Cipro, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Slovenia, Spagna ed Ungheria (alcuni di questi, come Cipro, Lussemburgo e Spagna partendo da valori iniziali più contenuti della media europea)], due l’hanno ridotta [Lettonia e Romania (quest’ultima addirittura di quattro punti), mentre quattordici l’hanno mantenuta inalterata [Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia (dal 01.07.2013), Danimarca, Estonia, Germania, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovacchia e Svezia].

La media comunitaria è passata dal 20,73 % dell’inizio del 2011 al 21,50 % a fine ottobre 2016, mentre la media dell’area euro è salita nello stesso periodo dal 19,68 % al 20,84 %.

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